L’effetto della sconfitta di Curtatone e Montanara, seppur onorevole per i toscani, provocò ulteriori cambiamenti nell’organizzazione del piccolo esercito granducale. Gli austriaci poco si fidavano della direzione degli ufficiali di formazione napoleonica come il De Laugier. Il comandante dei toscani a Curtatone e Montanara, fu nominato Ministro della Guerra il 24 maggio del 1849 nel Ministero Baldasseroni con il compito di tenere i contatti con il Maresciallo austriaco D’Aspre che comandava le truppe asburgiche di occupazione della Toscana. Ma non appena rassegnò le dimissioni e dal governo e dall’esercito, il 10 ottobre 1851, fu immediatamente sostituito dall’interim di Baldasseroni come ministro e dal tenente generale Conte Federico Ferrari da Grado alla guida delle truppe granducali. Questo personaggio, che godeva la fiducia dei vertici austriaci, dette maggior sicurezza anche al governo granducale ed allo stesso Leopoldo II tant’è che in quegli anni si avviò una vera e propria riforma del piccolo esercito toscano. Il ministro Marino D’Ayala, il 20 novembre 1848 trasformò il battaglione estero, ormai formato da tutti soldati italiani e composto da 300 uomini, nel primo battaglione bersaglieri. Il 22 di quel mese venne sciolto il Corpo dei Carabinieri e formato un Reggimento Veliti, poiché questi militari erano sprovvisti di carabine. Il 27 Novembre si decise di formare un nuovo Battaglione di fanteria, denominato Battaglione Italiano e formato da tutti quei volontari, che erano al di fuori della Toscana che si definivano volontari per l’Indipendenza Italiana che volessero mettersi a disposizione del Granducato. Questa formazione sarebbe stata mantenuta fino a tutto il 1849 dopodiché si sarebbe deciso lo scioglimento. Il 25 febbraio 1849 il Governo Provvisorio Toscano per decreto del suo presidente Giuseppe Montanelli, decreta la formazione di un nuovo Reggimento di Fanteria: in questo modo si cerca di dare una risposta ai tanti volontari che quotidianamente chiedevano di arruolarsi a favore dell’Indipendenza Italiana. Con la Restaurazione dei Lorena e la nomina a Ministro della Guerra del Generale De Laugier arrivò una piccola ma significativa variazione nella dotazione dei fucilieri. Con un ordine del giorno del 24 giugno 1849, si stabiliva che vista l’esperienza delle campagne militari, per i fucilieri della bassa forza, le sciabole era più un ingombro che uno strumento di difesa. Per questo fu inserita, solo per loro, l’uso della baionetta che si sarebbe portata a fianco e si sarebbe usata con maggior facilità nel momento del corpo a corpo. Il ministro della Guerra e Presidente del Consiglio dei ministri Incaricato Baldasseroni d’intesa con il Comandante Generale Federico Ferrari da Grado propone al Granduca Leopoldo II una sostanziale revisione dell’esercito nel 1852. Il 13 maggio viene reso pubblico un decreto che cambia l’assetto particolarmente della fanteria. Andando per ordine, la prima proposta riguardava la destrutturazione dei Reggimenti in 8 battaglioni di fanteria di Linea (art. 2 del R.D.) con il primo che doveva mantenere il nome di Battaglione Veliti. Venivano costituite due Brigate di 4 battaglioni ciascuna. Ogni battaglione era suddiviso in 4 compagnie di centocinquanta uomini ciascuna. Il Decreto definiva anche un nuovo assetto per la Cavalleria. Infatti, all’art. 14 si riportava che “L’attual Reggimento dei Cacciatori a Cavallo è disciolto”. Non fu trovato immediatamente un nuovo nome per il corpo che si veniva a creare, che comunque sarà composto di uno stato maggiore ed uno minore, così come ogni battaglione di fanteria, e di due squadroni di 260 cavalleggeri e 234 cavalli. Sempre nello stesso giorno, un decreto successivo specificava che la Divisione Cavalleria era unica e si procedeva pertanto anche ad un dimagrimento degli ufficiali fino ad allora in servizio. L’Artiglieria ebbe un nuovo assetto nel 1853. Già il 7 dicembre 1848, si avviò una prima riforma quando fu disposto lo scioglimento delle 10 compagnie di cui era dotato l’esercito e per creare un Reggimento di Artiglieria su due battaglioni e 16 compagnie. Il primo battaglione era definito da campo ed il secondo da piazza entrambi su 8 compagnie da 103 uomini ciascuna con un totale di 240 utilizzati. L’assetto fu sostanzialmente confermato il 25 giugno del 1849, fu ritenuto non idoneo: in primis non vi era più lo stato di guerra per il quale fu comunque ideato ed in secundis ma per questo non meno importante, si doveva tenere conto della riforma dell’anno passato di Fanteria e Cavalleria. Pertanto, si andò a sciogliere i due Battaglioni creati con Stato Maggiore e Minore e fu creato un Corpo di Artiglieria secondo le esigenze del nuovo assetto dell’esercito, ossia: una Ispezione Generale, una Divisione di Artiglieria, una squadra di operai con amministrazione del materiale e due Battaglioni di Cannonieri Guarda Coste Continentali. L’Ispezione Generale doveva contenere il Superior Comando e la Direzione ed Amministrazione del Personale e del Materiale. La Divisione di Artiglieria sarà formata di uno Stato Maggiore e Minore, e di due compagnie, una da Campo e l’altra da Piazza, ciascuna di 180 uomini e guidate da un Capitano. La Compagnia da Campo era destinata a servire esclusivamente una sola batteria di 8 bocche da fuoco (6 cannoni da 6 e due obici da 24) con cassoni di prima linea ed altre cose a corredo, con 120 cavalli a disposizione: la sede dello Stato Maggiore e Minore era individuata in Firenze. La Compagnia da Piazza sarebbe stata ospitata a Livorno e Portoferraio. Il 1°Battaglione dei Cannonieri Guarda Coste Continentali era composto da uno Stato Maggio e Minore, e di quattro Compagnie della forza di 120 uomini ciascuna, incluso 20 cavalleggeri. Il Maggiore Comandante e gli altri ufficiali oltre gli individui dello Stato Minore avrebbero avuto residenza a Livorno. Il comando della 1°Compagnia avrebbe avuto sede a Viareggio, la 2° a Livorno, la 3° a Rosignano, la 4° a Piombino. Anche i Pompieri di Lucca e Livorno sarebbero stati destinati a questo battaglione. Il 2° Battaglione sarà formato come il 1° con la sola differenza della 4° compagnia di 100 uomini anziché 120 visto che era destinata all’Isola del Giglio e non aveva bisogno dei 20 cavalleggeri. Il Maggiore Comandante e gli altri ufficiali oltre allo Stato Minore, avrebbe risieduto ad Orbetello. Le compagnie sarebbero state così distribuite: la prima a Castiglione, la 2° ad Orbetello, la 3° a Porto Ercole e la 4°, come detto, all’Isola del Giglio. Anche gli scali di Follonica, Baratti, Talamone e Monte Filippo, furono equamente distribuiti fra i due battaglioni. Si era creata un’Artiglieria molto leggera nei numeri e nei mezzi adatta al periodo di pace qual era il 1853. Nell’Aprile del 1854 fu completata l’organizzazione della fanteria di Linea con l’aggiunta di un Battaglione di Fanteria Leggera denominato Battaglione Bersaglieri. Si compose di uno stato maggiore guidato da un Maggiore Comandante, uno Stato Minore e quattro compagnie di 152 unità, guidate ciascuna da un capitano. Il 26 aprile del 1855 fu decretata la formazione di un nono battaglione di fanteria e fu potenziata la Divisione di Artiglieria con una nuova compagnia da Campo. Il 30 Aprile, fu potenziato il 1° Battaglione di Cannonieri Guarda Coste Continentali con 180 uomini da destinarsi, 100 a Livorno e 80 a Portoferraio così da recuperare le due compagnie da Piazza su Firenze. Il Granduca, con propria determinazione del 5 marzo 1859, aveva riportato l’organizzazione della fanteria su Reggimenti di 4 battaglioni, i 10 di linea più altri due di fanteria leggera. Con l’insediamento del Governo Provvisorio, si ebbero ulteriori riforme dell’esercito, poi battezzato Armata Toscana. Il primo provvedimento riguardò proprio l’organizzazione dei reggimenti di fanteria: l’arrivo dei volontari, che già dal 30 Aprile affollavano Firenze, indusse il Governo, che per 2\3 era composto da Militari quali Malenchini e Danzini, al decreto del 5 Maggio 1859 che stabiliva: che i reggimenti di fanteria erano organizzati su 3 battaglioni ed una compagnia di deposito che avrebbe costituito il futuro quarto battaglione. Ogni battaglione doveva essere composto da 4 compagnie di 150 uomini ciascuna escluso gli ufficiali. I primi cinque reggimenti si erano formati ciascuno dall’unione di due battaglioni di linea preesistenti distribuiti su tre battaglioni, con una equa suddivisione degli ufficiali con l’elevamento di alcuni di essi. In particolare, il 1°Reggimento nacque dalla fusione del 7° e 9° Battaglione di Linea, il 2° dall’unione del 5° e 10°, il 3° con la somma del 6° e 8° Battaglione di Linea, il 4° Reggimento dalla fusione del 1° e 3° Battaglione ed infine il 5° con l’unione del 2° e 4° Battaglione di Linea. Mentre per il battaglione Veliti, quando raggiunse un numero cospicuo di militari, fu trasformato in un Reggimento di Granatieri organizzato su due battaglioni. Infine, i Bersaglieri sarebbero stati organizzati su 3 battaglioni autonomi dai reggimenti di fanteria. Questa fu l’ultima grande riforma dell’esercito toscano: da allora in avanti la sua organizzazione venne modulata a seconda delle esigenze dei futuri assetti militari dell’esercito italiano.
[Articolo tratto da G.Monicolini, Soldati e volontari valdarnesi alle guerre risorgimentali (1848 – 1861), Torelli Edizioni, Montevarchi, 2011]